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Comitato Carnevale Benefico

IL DIO DELL'ORO

La figura del Dio de l’Oro compare nella storia del Carnevale di S. Stefano fin dalle sue origini. Infatti nella Rosaria de la Pignata misteriosa de Sastefano (questo il titolo integrale dell’Inno del Ducato, cantato per la prima volta da 33 buteleti stefanati nello storico Carnevale del 1884) l’autore, M° Francesco Pozza, scriveva che il Duca aveva scoperto “la pignata che na volta / Dio del’or meteva ‘l brodo”, evidentemente parodiando la mitologia classica.


Solo negli anni Venti, però, agli organizzatori del Carnevale di S. Stefano venne in monte di porre sul Carro del Comitato (che seguiva la carrozza del Duca), accanto alla storica pignata ed in mezzo ai pignatini, un figurante che impersonasse la mitica divinità, alla quale si faceva ascendere il tesoro trovato da Siro Zuliani. Si trattava però di una semplice comparsa, priva di una precisa individualità..


Nel clima di rinascita del dopoguerra, quando grazie all’iniziativa del Comitato di S. Stefano il Carnevale di Verona tornò ai suoi splendori con le sfilate di carri e le feste di piazza, si pensò di rendere elettiva e annuale la funzione di Dio de l’Oro, sulla falsariga di quanto avveniva a San Zeno per il Papà del Gnoco e in altri quartieri per le rispettive maschere. Così, a partire da Giovanni Cabianca, che fu il primo Dio de l’Oro ‘ufficiale’ nel 1950, si snodò una lunga serie di personaggi dalle caratteristiche assai variegate, anche nell’immagine: infatti all’inizio il Dio si presentava in un abbigliamento da antico imperatore romano, poi passò ad uno stile composito, vagamente settecentesco od ottocentesco, che lo trasformava nella versione “aurea” del Duca, infine venne a sfoggiare un abito di taglio orientale, rutilante di gemme preziose. Nel tempo comunque rimasero i segni distintivi dello scettro (od un altro simbolo di potenza) e la predominanza dell’oro nell’insieme dell’immagine; immutata rimase invece la collocazione sul carro della Pignata.


La presenza di una maschera elettiva compensava il carattere vitalizio del ruolo ducale, e consentiva anche nel quartiere di Santo Stefano quelle accese battaglie tra candidati che sono una caratteristica di tanti rioni veronesi. A poco a poco il giorno delle votazioni per la scelta del Dio de l’Oro si trasformò in un appuntamento importante del Carnevale, come pure la cerimonia della sua investitura.


La prorompente personalità di alcuni interpreti del ruolo, poi, determinò il successo a livello cittadino della maschera, che oggi accompagna stabilmente il Duca e prende la parola in tutte le manifestazioni, attorniato da una Corte propria, formata dalla Primavera, dal Tigellino, e da altre figure allegoriche.


Dal 2013 ed ininterrottamente fino ad oggi, la carica del Dio dell'Oro spetta ad Andrea Hinek.

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